15 Maggio 2001
Capita a Bologna

Roberto Ferri in primeur
di Elisabetta Pasquali

Il suo nome di sicuro è più noto tra gli addetti ai lavori che al grande pubblico, ma le sue canzoni arrivano sempre diritto al cuore della gente. Roberto Ferri (nella foto), l’eclettico autore bolognese che nel 1983 si aggiudicò a sorpresa la vittoria al Festival di San Remo con “Sarà quel che sarà”, interpretata da Tiziana Rivale, e che nel 1997 ha firmato il brano “E dimmi che non vuoi morire” che ha segnato il grande ritorno sulla scena di Patti Pravo, ora torna a un suo antico amore: la canzone francese. “Marinelle et le chat” è il titolo del CD autoprodottto che contiene oltre ad alcuni classici della musica francese la traduzione di “E dimmi che non vuoi morire”, di tre grandi successi di Fabrizio De André: “Il pescatore”, “Bocca di rosa” e “La canzone di Marinella”, e infine la versione, sempre in francese, de “La cura” di Battiato, che Ferri ha accompagnato in tornée.

“L’idea di un disco in francese è nata per caso. Dopo anni di canzoni italiane, scritte per Dori Ghezzi, Iva Zanicchi, Toto Cutugno, Cristiano De André, Patti Pravo e altri ancora, ho deciso che era il momento di realizzare un sogno da sempre chiuso nel cassetto”.

Sei sempre stato un personaggio defilato dallo showbusiness: scelta precisa o percorso obbligato per chi privilegia la qualità al mercato?

“Ho sempre avuto un grande rispetto per me stesso e per il pubblico, e di conseguenza ho sempre e solo accettato di fare le cose in cui credevo veramente. Il business da solo non mi interessa e anche se le mie canzoni spesso sono arrivate prime in classifica, l’aspetto di questo lavoro che preferisco continua ad essere la dimensione live, il contatto diretto con la gente”

Che certamente non ti è mancato, facendo da supporter a Battiato durante l’ultima tournée…

“E’stata un’esperienza straordinaria. Ci siamo conosciuti venticinque anni fa, e da allora più o meno siamo rimasti in contatto, quando un paio di anni fa gli ho mandato una cassetta per fargli sentire quest’ultimo lavoro, che era ancora in fase embrionale. Mi ha risposto “Ti sapevo bravo, ma non fino a questo punto”, e per me è stata una soddisfazione immensa”

Non sempre i supporters hanno vita facile, soprattutto quando si trovano a fianco di certi mostri sacri…

“E invece è andata benissimo. Il pubblico cantava con me, soprattutto quando riconosceva le canzoni di De André. Fabrizio è stato un grande maestro, oltre che un amico eccezionale. Insieme scrivemmo “Faccia di cane” per i New Trolls”.

Immagino che un personaggio eclettico come te non si fermi mai. Cosa stai preparando per il futuro?

“Oltre alla musica non ho mai abbandonato la chimica: per anni ho insegnato in un Istituto Tecnico, e ora invece mi dedico alla libera professione e alla ricerca. Quello che mi interessa di più ora è presentare il disco dal vivo, in piccoli spazi, come clubs e teatri”.

Il disco è autoprodotto. E la distribuzione?

“Diciamo che è anche autovenduto. Sono stufo delle leggi imposte dal mercato … voglio assoggettarmi solo a quelle del pubblico.”